Un Atlante molto amato da Simone Perotti, scrittore marinaio

Lo scrittore marinaio, come ama definirsi, Simone Perotti sarà con il suo ultimo capolavoro, Atlante delle Isole del Mediterraneo, nostro gradito ospite tra circa un mese, esattamente il 9 novembre che capita di giovedì. Un giovedì di novembre come quello di sette anni fa quando per la prima volta mise piede nella nostra libreria, per presentare
Uomini senza vento, una storia profumata di passione e di mare che travolge il cuore e la vita dei suoi personaggi. “Il mio sogno, confessò in quell’occasione, è diventare un uomo, prima di tutto. E più vado avanti più capisco quanta strada c’è ancora da fare… E navigo, per vivere, ma anche per non perdermi. Scrivere è la la mia vita. Navigare il mio sostentamento”.
Così dalla sua passione è nato Mediterranea, l’ambizioso progetto che prende il nome dal due alberi a impatto zero, alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili (solare ed eolico) di 18 metri, che ha preso il via nel 2014 navigando nel Mediterraneo, Mar Nero e Mar Rosso settentrionale con obiettivi di ricerca nautica, culturale e scientifica. Si concluderà a Genova tra tre anni, con l’obiettivo di percorrere circa ventimila miglia, l’equivalente di trentaduemila chilometri se fossimo a terra, facendo scalo in oltre
cento centri costieri di 29 differenti paesi. E in questi primi anni di navigazione sono nate “Storie, navigazioni, arcipelaghi di uno scrittore marinaio” come specificato nel sottotitolo del suo Atlante dove parla di 42 isole, selezionate tra le migliaia del Mediterraneo.
Simone Perotti
Ognuna è descritta con un breve testo accompagnato da una cartina disegnata dal grafico milanese Marco Zung che anche non sapendo granché di carte nautiche con la esperienza nautica di Perotti unita alle sue straordinarie capacità grafiche ne è venuto fuori un lavoro del tutto originale. A Simone l’ispirazione è venuta leggendo Atlante delle isole remote, Cinquanta isole dove non sono mai stata e dove mai andrò uscito cinque anni fa della scrittrice tedesca Judith Schalansky. “Isole in mezzo al mondo che se le cerchi sulle carte nemmeno le trovi, commenta Perotti, lei partendo dalla sua formazione grafica fece delle cartine molto graziose, ben poco nautiche, con brevi testi con curiosità su quelle isole, uscì in Italia ebbe successo, mi ha fatto comprendere che c’era interesse per questi libri tra racconto di viaggio e cartine da vedere con tutto il fascino del mare intorno a un’isola. Così l’editore mi propose di fare l’Atlante delle isole del Mediterraneo, chi meglio di me? che avevo molto amato quel libro, era un mio piccolo ogni poterlo fare… Per un autore come me, uno scrittore marinaio, che vive più in mare che in terra ferma. scrivere un atlante è come scrivere il libro sacro, proprio il breviario delle preghiere, il diario di bordo della propria sensibilità.
Quindi è nato questo libro proprio dalle suggestioni nautiche e naturalmente letterarie, con le conoscenze del progetto Mediterranea e la voglia di vederlo questo Mediterraneo, la voglia mia di visitarlo e di conoscerlo ma anche il desiderio dei lettori di vederlo attraverso le mie cartine.” E Perotti spiega ancora: “Come si fa a parlare delle isole del Med? fai una guida turistica? Per avere almeno un po’ il profumo di un’isola non gliela puoi dare raccontandola con un testo che tiene conto ovviamente di che isola stiamo parlando tramite un racconto, la letteratura, delle curiosità, delle tradizioni, il mito, quindi dare lo spunto per far capire, cosa vuol dire Panarea piuttosto che Agios Efstratios. E così ho fatto. Questa cosa che io pensavo di averla coniata con il termine geosofia, geografia ma anche la sofia, l’idea della cultura, invece esiste già! sai quando
inventi una parola pensando di essere furbo, invece la parola c’è già. Quindi non un racconto geografico ma un racconto geofisico che mette insieme i luoghi, il viaggio e tutta la fascinazione con l’uomo e le sue storie, le emozioni, le tradizioni: tutto quello che sta intorno alla vita dell’uomo in quel posto e che lo rendono unico.”
In conclusione è un vero piacere sfogliare le pagine di questo Atlante, un ritorno al passato per tutti coloro che, consultando gli atlanti, hanno imparato a conoscere il mondo.

 La geosofia geo (terra) e sophia (sapienza) è un concetto introdotto in geografia da J.K. Wright nel 1947. Indica la geografia della conoscenza, che considera la dimensione immateriale dell’esperienza delle persone e le loro visioni in relazione al mezzo. Wright la definì in questo modo: “La geosofia… è lo studio della conoscenza geografica di uno o tutti i punti di vista. È per la geografia quello che la storiografia è per la storia; si occupa della natura e della espressione della conoscenza geografica nel passato e nel presente.