Le Formiche del Mare e l’epopea del trasporto marittimo. A vela

Erano semplicemente degli uomini di ferro, su fragili barche di legno, vittime e protagonisti ad un tempo, del mare crudele ed immortale così sono ricordati naviganti e marinai nel saggio Le Formiche del Mare Storia dell’ultima Vela del Mediterraneo, a ricordarlo è l’autore il comandante Flavio Serafini nelle 552 pagine del libro di grande formato con la copertina cartonata. Un’opera imponente e lo si capisce anche dal peso, 2,7 chilogrammi! Quei velieri, Le Formiche, a metà degli anni Trenta, con l’avvento dei bastimenti a vapore,  non solcavano più i mari. Flavio Serafini, che nel suo precedente volume dedicato al naviglio velico viareggino, La flotta scomparsa, tiene a precisare che mancava l’elemento “uomo”, cioè la “gente di mare”. 
È in questa nuova ricerca, in questo lungo viaggio della memoria, che si ritrovano argomenti fondamentali della storia marinara e toscana, come la saga dei padroni marittimi, l’evoluzione dei bastimenti (le “formiche del mare”), le famiglie, i doppiatori di Capo Horn, e tante altre scoperte ed approfondimenti, fino agli ex voto. Per Serafini l’ultima vela appartiene quasi totalmente al
Compartimento Marittimo di Viareggio e non ha dimenticato i personaggi “fuori matricola”: quelle mogli che un  tempo seguivano i loro capitani a bordo delle grandi navi invelate ed affrontavano per mesi, a volte per anni, burrasche di ogni tipo a fianco dei loro uomini.
Molti figli sono nati sugli oceani e alcuni di loro hanno doppiato Capo Horn in fasce in una culla dondolante dall’alto della tuga e il volume fa ritrovare, come in un affresco, un’epoca ormai perduta nel tempo e la parte iconografica, molto ricca, aiuta a comprendere e partecipare meglio quanto scritto. Nei vari capitoli ci sono racconti di naufragi, dei “bamboretti” inviati agli “sbruffi del mare” ancor prima di finire le elementari e, come mozzi, imbarcati per imparare il mestiere. Il testo è arricchito inoltre dall’analisi dei Giornali di bordo e dei Ruoli Equipaggio, dei manoscritti ingialliti ancora conservati nelle Capitanerie di Porto e dell’imponente corredo di immagini inedite ancora conservate dai discendenti di quei nuclei familiari che, di padre in figlio, sono stati, con i bastimenti (le vere “Formiche del mare”), i protagonisti assoluti dell’Ultima Vela Italiana. Questa eccezionale testimonianza vede in primo piano centri marittimi come Viareggio, Forte dei Marmi, Marina di Carrara, principali sedi armatoriali e nidi di naviganti, e evidenzia il canto del cigno dell’Ultima Vela Mercantile Nazionale. Il Capitano di Fregata Flavio Serafini ha trascorso molti anni a bordo di navi mercantili e militari, è autore di molti volumi storici sulla Marineria velica che hanno riscosso notevole successo.