La mostra di Giovanna Guccione “Favignana, poesia e magia del passato”
nasce dalla stessa ispirazione che, nel
2012, ha l’ha indotta a riprodurre nei
suoi ritratti i volti dei Rais (Gli sciamani del mare) che, dal 1850 in poi, hanno guidato la Tonnara
di Favignana. Obiettivo di tale scelta era quello di riportare alla memoria della Comunità favignanese i
volti di uomini carismatici, veri e propri sciamani del mare che, con la loro
presenza, hanno connotato un’epoca rimasta nella mente e nel cuore degli
isolani come un’epoca favolosa. Nella mostra attuale Giovanna Guccione passa
dai volti degli uomini al paesaggio e ad angoli poco conosciuti per richiamare
l’attenzione su piccole emergenze in parte scomparse o destinate a scomparire
se una maggiore attenzione verso gli aspetti più identitari
dell’isola non
interverrà a salvarli.
I quadri nascono da un profondo amore per questa terra,
a cui si accompagnano una profonda tenerezza e nostalgia insieme alla speranza
che le giovani generazioni vedano e comprendano quali sono le nostre vere
ricchezze: una costa non ancora invasa da porticcioli turistici o stabilimenti
balneari, un campo pieno di spighe e cotone come negli anni ’60, una capanna
rustica con i resti degli attrezzi necessari a preparare la ricotta, la pagoda,
ora abbattuta, che un tempo chiudeva il lungomare, sono tracce di un mondo
semplice, umile, rispettoso dell’esistente, non disposto a monetizzare
tutto,che non può essere cancellato in nome di una mal compresa modernità e
tecnologia. E se non bastasse, quasi a sottolineare questi suoi sentimenti,
l’autrice ha illustrato con semplici schizzi, come nei pannelli dei
cantastorie, una poesia del poeta favignanese Aurelio Giangrasso, col quale
ella si trova in perfetta sintonia, poesia che descrive in un succoso dialetto
siciliano lo svolgersi di una giornata nell’isola, tra venditori di ricci e di
polpi, asini con bisacce piene di verdure e cani che giocano sullo spiazzale
“da Marunnuzza”.
Lo spirito di quei versi è lo stesso che aleggia nei quadri
esposti, quadri dai colori tenui, che volutamente non violentano la vista
dell’osservatore, e riportano la nostra memoria ad una vita più semplice, dai
ritmi meno frenetici, ad un “andamento lento” capace di regalare spesso la
felicità anche ai poveri.