La Libreria Internazionale il Mare, un non-negozio pieno zeppo di amici dove ci si prende per mano


Bjorn Larsson in libreria
È successo quello che spesso capita in una libreria come la Libreria Il Mare. Un luogo non un negozio, dove i clienti in realtà sono amici, che hanno tutti in comune una passione e un amore intenso, per il mare ça va sans dire. Succede che in un luogo così si vive un continuo scambio di idee, una condivisione permanente di emozioni e di scoperte. Un luogo apparentemente fermo e silenzioso, che in realtà è in continua crescita e fermento. A volte gli amici vengono a cercare un libro, a volte a raccontarti che ne hanno scoperto uno. A volte cercano informazioni per affrontare un viaggio, a volte ti regalano il racconto delle loro avventure. Capita dunque, era circa ottobre, che si sia tutti presi ad organizzare gli appuntamenti per festeggiare l’anniversario dei 40 anni della Libreria.
E si sta concentrati a pensare agli anni passati, a fare consuntivi e un po’ di sano amarcord. 
Marco Firrao al comando de Il Mare
Primo evento in programma una partecipatissima serata dedicata alla letteratura di mare, animata, come solo lui sa fare, da Bjorn Larsson.
E così nel non-negozio, pieno zeppo di amici, ci si prende per mano con semplicità e finta leggerezza e ci si ritrova immersi nelle più belle pagine della letteratura di mare. Le rileggiamo insieme, ora che siamo grandi, e le viviamo in un modo diverso, le riscopriamo più profonde, intense, dense, metaforiche, intime e umane. E capita, sempre in quei giorni, proprio in quei giorni, che Franco Fortunato ci viene a trovare. Sta lavorando su una storia. Una storia che conosciamo bene, quella del naufragio della Querina. Solo che Franco Fortunato non è uno scrittore, è un artista. Le storie non le scrive, le disegna.  
E prima di disegnarle, le legge, le rilegge, le studia, le divora, le spezzetta e le ricompone. Ci racconta il suo progetto proprio come lo farebbe un capitano di mare, poche parole, essenziali, dritte al punto. Il caso, che sono sempre più convinto non esista, vuole che proprio vent’anni prima la Libreria avesse pubblicato un libro dedicato alla storia di Pietro Querini ed il suo naufragio alla Lofoten, scritto da Fabrizio Carbone e intitolato L’isola bifronte. Stavo per dire la mia, che conoscevo bene quel fatto storico, che le Lofoten e che lo stoccafisso e via dicendo. Ma se solo poche ore prima avevo riletto Conrad quasi come fosse la prima volta, e avevo riscoperto Biamonti e Mutis dopo anni, ecco forse anche la Storia della Querina meritava di essere riletta. E così è stato.
Il passo decisivo è stata la visita allo studio del maestro. Tavoli da disegno affollati di libri, Moby Dick in primo piano e il mare ovunque, di un blu potente e vivo, tutt’uno con il cielo. Città che in realtà sono  navi e pesci e venti e pennelli ovunque, ordinatissimi, come le cime per un marinaio.
Su un cavalletto ecco le prime opere sulla Querina. Come pensavo la ‘sua’ storia della Querina non era quella che conoscevo io, che avevo letto e a volte raccontato io ai miei amici, fatta di  mare, avventura, geografia, cartografia, tecniche di navigazione, meteorologia.
Vent’anni dopo Franco Fortunato mi stava regalando un’altra storia. Lo sguardo di un artista mi costringeva a vedere cose diverse, come se una luce illuminando da dietro il diario di Pietro Querini mi consentisse di leggere in trasparenza il tracciato di un viaggio parallelo composto da altre tappe e altri significati.In quel diario imperfetto, pieno di lacune e imprecisioni tecniche, su cui fiumi di parole e congetture sono stati scritti, Pietro Querini non stava raccontando il viaggio della Querina, ma il suo viaggio. La scoperta di nuove isole e nuovi cibi sono nulla in confronto alla scoperta degli uomini, delle loro diverse culture, della loro generosità, dell’emozione dell’accoglienza, dell’ospitalità, della condivisione, della paura di morire e soprattutto della fortuna di poter rinascere.
Palazzo della Cancelleria, la mostra
Come tutte le storie di mare, quella della Querina ha quasi 600 anni, ma potrebbe avere anche pochi giorni. Lo sguardo e la mano di un’artista come Franco Fortunato, i suoi pennelli intrisi di mare, il suo lavoro intellettuale, ne hanno svelato la parte più intima e universale. E ci hanno confermato che anche la vita di una libreria e di tutti i suoi amici può iniziare a quarant’anni e poi ancora, ancora e ancora. La “Storia della Querina” Franco Fortunato l’ha messa in mostra a Roma nel Palazzo della Cancelleria con oltre trenta opere tra dipinti, ceramiche e tecniche miste, realizzate per raccontare questa avventura, e tradurre le emozioni contenute nel racconto di un “uomo di mare” con la consueta sensibilità che contraddistingue la sua ricerca artistica, capace di scomporre la materia per ricomporla in un nuovo immaginario.
 Marco Firrao


Per saperne di più sulla storia dello stoccafisso e del baccalà
Pietro Querini, Nicolò De Michele, Cristofalo Fioravante
a cura di Paolo Nelli

Franco Giliberto e Giuliano Piovan

Paolo Cossi

Otello Fabris

francofortunato.com
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