Un Atlante racchiuso in un libro particolare

Marco Firrao mostra un foglio dell’Atlante
Atlante del Regno di Napoli ridotto in VI fogli è un libro molto particolare e prezioso, tirato in soli 500 copie nel 2010. Quello presente in libreria è uno degli ultimi, se non l’ultimo esemplare in circolazione.
Racchiuso in un’elegante confezione con un astuccio esterno è un oggetto – lo definirei un libro non libro – dal design unico, contiene l’Atlante del Regno di Napoli ridotto in sei fogli nella versione corretta del 1816, ed un testo bilingue italiano-inglese di 30 pagine nel quale lo storico Vladimiro Valerio ne racconta le vicende e la realizzazione.
Ciascuno dei sei fogli è accuratamente piegato in nove parti da 17x24 centimetri, quando è aperto ne misura 138x144! La tecnica di stampa è a incisione su carta pregiata di alto spessore.
Fu realizzato per ordine di Sua Maestà Giuseppe Napoleone I, Re di Napoli e Sicilia, Principe francese e Grande Elettore dell’Imperio dal cartografo Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, Direttore del Gabinetto Topografico di S. M.
Così Vladimiro Valerio introduce il suo saggio:
…La mappe sono organismi viventi. Questa osservazione contraddice la nostra inveterata abitudine a veder le mappe, antiche o moderne che siano, come delle istantanee, come un ritratto di famiglia, dove ogni cosa ed ogni persona sono colte in un preciso momento, dove il prima e il dopo non sembrano esistere. 
L’Atlante completo
Le carte geografiche, o topografiche, le mappe – per usare un termine meno ambiguo nella lingua italiana – hanno una loro vita che si sviluppa in un arco temporale più o meno lungo, e ciò non solo per l’ovvia ragione che le operazioni di rilievo di un territorio, di disegno e di incisione di una mappa implicano il trascorrere del tempo, ma per il fatto che essa nasce, cresce, si modifica e muore come un organismo vivente. Per tale motivo datare una mappa è un’operazione più subdola e difficile di quanto si possa immaginare. Quello che noi vediamo, appiattito su un foglio ingiallito dal tempo, non rappresenta un territorio in “un dato momento” ma è la sedimentazione di un lungo percorso di costruzione e di decostruzione del quale noi percepiamo solo l’ultimo stadio, una sorta di fossile potremmo dire. Come da un fossile i paleontologi riescono a risalire alla vita dell’organismo che lo ha generato, così è possibile ripercorrere con l’ausilio di ulteriore documentazione le tappe che hanno portato una mappa a quello stadio del suo sviluppo. A differenza dei paleontologi gli storici della cartografia hanno a disposizione un maggiore numero di elementi che agevolano il lavoro di ricostruzione: dagli archivi alla documentazione storica contemporanea, all’esistenza di altre copie della stessa mappa che rappresentano gli stadi intermedi di quella esistenza cartacea. 
Astuccio e fogli aperti
È come avere a disposizione non solo un fossile, ma una serie di essi che individuano i vari momenti dell’evoluzione di quell’organismo.
Con un po’ di cura e di fortuna e possibile ricostruire la storia di ogni documento cartografico, anche dell'Atlante del Regno di Napoli ridotto in VI fogli che riproduce uno dei momenti della sua lunga e articolata esistenza. L’Atlante è privo di data, manca il nome del committente, certamente un Re a giudicare dallo stemma che compare nel frontespizio, che occupa gran parte del secondo foglio…
Chi ha voluto Ia carta? perché? e qual’è la sua data di nascita, Ia sua storia?…