Un libro eccezionale per celebare lo yachting fotografato dalla famiglia Beken

Beken of Cowes definirlo semplicemente libro, è sicuramente riduttivo. Già il formato, trentasei per quarantaquattro centimetri, lo collocano su un piano superiore. Centoquaranta pagine su carta speciale sulle quali sono applicate le fotografie, a mano una per una, e il tutto è racchiuso in un cofanetto cartonato ricoperto in tessuto di lino, ne fanno un’opera preziosa. Si tratta di un’eccezionale edizione di lusso limitata che giustifica anche il prezzo, settecento euro!
In questo modo le fotografie, rigorosamente in bianco e nero, della leggendaria famiglia Beken celebrano il meglio dello yachting del secolo scorso, le più straordinarie barche a vela, dal Walkyrie del 1891, in copertina, che collezionò ben 23 trofei vincendo anche l’America’s Cup del 1889, al Britannia, 1893, di Re George’s V.
La storia della famiglia Beken inizia nel 1888 quando il signor Alfred Beken, farmacista e chimico di Canterbury, appassionato alla nascente arte fotografica si trasferì con la famiglia a Cowe sull’isola di Wight, celebre per le grandi regate che vi si svolgevano in estate, e aprì una bottega di farmacista sulla Birmingham Road.
In realtà il suo obiettivo erano i grandi yacht di allora che vedeva sfilare maestosi di fronte alla sua bottega. Su un dinghy di 14 piedi caricò un apparecchio fotografico, un imponente mammut col quale era più facile scattare foto da terra che non su quel guscio di noce.
In quegli anni la “pellicola” erano lastre di vetro 20x25 centimetri, che lui stesso preparava, e il colore era ancora un sogno.
Il figlio Frank, che ereditò arte e passione dal padre, si ingegnò per costruire un apparecchio più maneggevole. Una scatola di trenta centimetri per trenta, all’incirca, dentro la quale ad ogni scatto doveva introdurre una lastra fotografica. La scatola era di legno verniciato a coppale proprio per resistere al clima salmastro; il visore per studiare l’inquadratura era sulla parte alta; dalla scatola partiva un tubo di gomma con una peretta che Frank si metteva tra i denti e che schiacciava al momento dello scatto. La macchina infatti, per quanto piccola e maneggevole all’epoca, era sempre talmente grande da dover essere impugnata saldamente con due mani e così non restava che la bocca per fare clic. Con questa scatola magica Frank Beken e poi suo figlio Keith e suo nipote Kenneth, hanno costruito un archivio di oltre 200 mila foto diverse, tutte di yacht diventati famosi nel tempo.
La messa a fuoco dell’obiettivo era rudimentale perché ci sarebbero volute altre due mani per ruotare una lente e rendere nitido il soggetto da fotografare. Così erano previste tre posizioni diverse a scelta: dinghy, yacht e liner, cioè piroscafi e navi.
Il Beken farmacista insieme a profumi e medicine vendeva anche le sue fotografie; per il fatto di trovarsi vicino alla residenza reale della regina Victoria,  in una sola volta ben cinque teste coronate hanno visitato i locali della farmacia!
Soltanto negli anni ’70  il nipote Kenneth mise in soffitta il mammut e passò all’Hasselblad e alla Rolleiflex. Ma l’archivio e la stampa su carta sono ancora frutto di un alto artigianato chimico, con il laboratorio, gli acidi, i rivelatori, i fissatori, la carta colore seppia, la carta perlinata che danno ad una foto di “Beken and sons” un sapore antico di alta qualità. Al giorno d’oggi con la rivalutazione di un immenso patrimonio di barche d’epoca senza l’archivio della famiglia Beken sarebbe quasi impossibile ritrovare foto di queste barche nei giorni del loro massimo splendore.
Una serie di quelle foto la nostra libreria le ha presentate con la mostra sui Beken organizzata in occasione della manifestazione Amor di Mare che si tenne nel 1996 a Roma in piazza del Popolo.