Viviano Domenici: un incontro molto particolare per parlare di un libro straordinario

Posso affermare ancora una volta che il mondo è piccolo. Ho incontrato, e conosciuto, a Firenze, in occasione del 10° Incontro Nazionale di Archeologia Viva, uno dei relatori, lo scrittore Viviano Domenici autore di un particolare libro dal titolo “Altri naufragi, storie d’amore e di avventura” che, come libraia del mare ho apprezzato, tanto che ne ho qualche copia nella mia biblioteca casalinga, cosa che nei quaranta anni di attività della Libreria Internazionale il Mare, ho fatto con pochi libri.
Perché questo interesse e questo entusiasmo? Perché Domenici ha scritto un libro particolare e quasi unico nel firmamento dell’editoria marinara per diverse ragioni, le elenco.
1) la rilegatura è quella che si faceva una volta e cioè cartonata e cucita, con la sua brava sopracopertina.
2) la bellissima carta uso mano colore avorio usata al posto della carta patinata ha impreziosito il libro.
3) la grafica è curata e ricercata, arricchita da illustrazioni – sia foto che disegni – mai casuali, sempre attinenti al testo.
4) i contenuti ricercati e studiati durante i suoi tanti viaggi in giro per il mondo come giornalista inviato del Corriere della Sera. Tutti soggetti al centro di vicende che Viviano ha ricomposto con la curiosità di un collezionista.
5) infine e non guasta, il prezzo, meno di dieci Euro, molto contenuto per una volume così curato e vanno fatti i complimenti all’editore che ha compreso e apprezzato l’dea proposta dall’autore.
Incontrare quindi Domenici a Firenze e pranzare casualmente insieme a lui è stata una bella sorpresa e ho così potuto complimentarmi di persona per la sua “molto particolare” opera.
Firenze, Giulia D’Angelo e Viviano Domenici
Quando ho letto il volume  arrivato in libreria grazie al lavoro di ricerca di mio figlio, Marco Firrao,  sono rimasta entusiasta e ho fatto una grande pubblicità tra i clienti della Libreria Internazionale Il mare, quasi costringendoli a comperarne più copie da leggere e regalare agli amici. Alcuni per la verità, credevano – visto il titolo – che si parlasse di naufragi. E questo del titolo – forse errato – è l'unico neo del volume. Infatti per convincere i possibili lettori dovevo sfogliare tutte le pagine e far vedere bene come si parlasse, come recita il sottotitolo, di storie d’amore e d’avventura e non di naufragi. Il libro è una raccolta di tanti piccoli racconti ambientati nei diversi mari. Una ventina quelli nell’Oceano Pacifico, quattro nell’Oceano Indiano, altrettanti nell’Atlantico, cinque nel Mediterraneo e in chiusura uno sulle isole fantasma e un altro sulle sirene e romantiche piovre.
Tanti racconti di stravaganze di ogni tipo, storie vere e drammatiche, sentimentali e misteriose.
Episodi che difficilmente si trovano su altri volumi di mare, come ad esempio il capitolo dedicato alle “Onde di legno e isole di conchiglia”.
Una dele tipiche mappe nautiche utilizzate daglii iisolani della Marshall fino alla seconda guerra mondiale. Sono realizzate con bastoncini tratti dalla nervatura centrale delle foglie di palma e con conchiglie. I bastìonncini indicano le correnti e le direzioni delle onde, mentre le conchiglie rappresentano le isole.

Otto pagine che raccontano delle carte nautiche utilizzate dagli abitanti delle isole del Pacifico composte da pezzetti di legno, foglie di palma e conchiglie e molto ben riprodotte nel testo. A dimostrazione di come i marinai polinesiani riuscirono a navigare in tutto l’Oceano Pacifico guidati solo da osservazioni ambientali e astronomiche. Un popolo che quattro o cinquemila anni fa, si spostò occupando una dopo l’altra le isole della Micronesia, le Tonga, le Samoa, le Marchesi, le Marshall, le Hawaii. L’esplorazione del Pacifico, che possiamo considerare la più grande impresa marinara di tutti i tempi, scrive Domenici “fu resa possibile dall’invenzione delle canoe a doppio scafo lunghe 18-24 metri e provviste di una piattaforma larga 5-6 metri che collegava i due corpi del natante permettendo di imbarcare uomini e materiali sufficienti per parecchi settimane di navigazione”. Insomma sono stati i polinesiani ad inventare i primi catamarani. Nella prefazione, Gian Antonio Stella – altro autore particolare di libri di mare – descrive molto bene i contenuti del testo: “Esistono isole dove storie impossibili sono assolutamente vere. Dove magie pazzesche sono accadute sul serio. Dove personaggi bislacchi o affascinanti, folli o sorprendenti hanno un nome, un cognome, una carta d’identità reali. Viviano Domenici, raccogliendo gli appunti di una vita passata alla scoperta dei mondi più lontani, racconta quelle isole. A volte, con le loro vicende leggendarie, sono sotto i nostri occhi, e noi non ce n’eravamo mai accorti. A volte sono dall'altra parte del pianeta: Ma fanno parte tutte dello stesso, meraviglioso arcipelago”. Su questi lembi di terra possono nascere infatti miti e leggende, ma anche storie vere, drammatiche, sentimentali o misteriose in cui si mescolano amori e avventure, attese disperate e altri naufragi, tutte brevi storie raccontate meravigliosamente che si leggono bene anche in metrò.
Giulia D’Angelo


Firenze, Palazzo dei congressi
All’Incontro di Archeologia Viva, Domenici ha presentato il libro “C’è qualcuno là fuori?” scritto con la compianta Margherita Hack,
Alla ricerca della vita extraterrestre. Le indagini della scienza e gli inganni della fantarcheologia.
C'è qualcuno là fuori, oltre i confini del Sistema solare, alle estremità della nostra galassia, nello spazio intergalattico? Considerando l’esperienza e i dati osservativi, dovremmo concludere che nell’universo siamo soli, eppure da parecchi millenni gli uomini popolano il cielo di figure bizzarre, omini verdi e dischi volanti che cambiano aspetto a seconda della cultura e del gusto dell’epoca. E, come si scopre in questo libro, tra gli sponsor degli alieni non ci sono soltanto visionari e scrittori…