Federico Cuciuc ha realizzato il sogno di una traversata atlantica

Federico Cuciuc, con il suoi ITA 556, questa mattina alle due e trenta, dopo 29 giorni in solitaria attraverso l’Atlantico è approdato a Pointe-a-Pitre di Guadalupe. All’arrivo il classico tuffo in acqua per salutare la sua impresa e per dimenticare tutte le vicissitudini che gli sono capitate. Soltanto nelle ultime 48 ore ha perso più di dieci posizioni passando all’ultimo posto e dal tracciato del tracking si è visto che è stato a lungo quasi fermo, arrancando a 1 o forse due nodi di velocità. In questo modo, delle 52 partite, la sua è l’ultima in gara con il 33° posto, a dimostrazione che attraversare l'Atlantico su un Mini non è una cosa semplice.
Nella foto a sinistra l’esultanza di Federico all’arrivo. Sulla fiancata si nota, in parte coperto, anche il logo della nostra libreria




Federico Cuciuc
Di Federico e della sua passione ne abbiamo parlato nel luglio 2011 quando ci ha raccontato le fasi della sua preparazione all’edizione 2013 della MiniTransat, la storica regata atlantica creata nel 1977 dall’inglese Bob Salmon. Si svolge ogni due anni, in solitario su imbarcazioni della lunghezza di sei metri e cinquanta.
La rotta della Minii Transat
La Transat 6.50 è la risposta al gigantismo e ultra tecnologico delle regate transoceaniche che si corrono con barche che non lasciano spazio alla componente umana e alle capacità individuali.
Niente a che vedere quindi con il record di traversata atlantica battuto poco più di un mese fa dagli astronauti del super trimarano Spinddrift2. 4500 miglia, della Discovery Route, la rotta seguita da Cristoforo Colombo, da Cadice a San Salvador, in 6 giorni, 14 ore, 29 minuti e 21 secondi, alla media incredibile  di 24,5 nodi con punte di velocità a 46,08 più di Oracle, più di Emirates Team New Zeland! Per di più la cosa più incredibile è la percorrenza nelle 24 ore, 714 miglia quasi la distanza da Genova a Palermo. Il precedente record è stato battuto di 20 ore!
Il super trimarano Spindrift2
Quest’anno la località  di partenza dei mini è stata Douarnenez (Finistére) una splendida cittadina nel sud della Bretagna e l’arrivo, dopo circa 2500 miglia, a Pointe à Pitre nella’isola della Guadalupe, piccole Antille Francesi.
Si racconta, ma forse è solo leggenda, che per la prima edizione della regata Bob Salmon abbia voluto sottoporre le barche ad un “curioso” test per valutarne la resistenza: una gru sollevava l’imbarcazione fino a quattro metri sul livello del mare, e quindi la lasciava cadere in acqua.
Se dopo il salto risultava indenne, poteva affrontare le onde dell’Atlantico…
Da trent’anni il Mini è la “Scuola d’Altura” per eccellenza. Un vero e proprio laboratorio galleggiante dove si sperimentano innovative soluzioni tecnologiche a basso costo di realizzazione, che saranno poi in seguito trasferite e messe a frutto sui grandi Open Oceanici.
Una stazza semplice senza eccessivi vincoli, un contenuto costo di costruzione di uno scafo di 6.50 metri, che permette ad architetti e progettisti un ampio margine di manovra, fanno di questa barca un mezzo eccezionale sotto il profilo di prestazioni e sicurezza.

Le fotografie dell’arrivo sono di L. Chombart de Lauwe, scaricate dal sito ufficiale della MiniTransat