Da Ustica storie di Posta e di Terremoti


Il Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica ha arricchito la collana Le Ossidiane con due nuovi libri che presentiamo in libreria il prossimo martedì.
In “Ustica s’inabisserà?” i tre autori, Franco Foresta Martin, Geppi Calcara e Vito Ailara, ci offrono un esemplare case study, ricostruendo le vicende legate alla sequenza iniziata con una serie di scosse sismiche, nella notte tra il 18 e il 19 marzo 1906, che sembrarono annunciare un evento distruttivo che per fortuna non si verificò.
Ci raccontano come reagirono le istituzioni locali, sindaco e direttore della Colonia dei coatti in primis, gli scienziati prontamente inviati a fare sopralluoghi nell’isola, le autorità centrali, il prefetto, le autorità di pubblica sicurezza, la Marina militare che mandò gli incrociatori a soccorso della popolazione, il ruolo della stampa locale e nazionale e, dunque, dell’opinione pubblica. Il susseguirsi dello sciame sismico indusse la coraggiosa decisione prefettizia di evacuare l’isola portando a Palermo i coatti e i loro custodi e la maggioranza della
popolazione dell’isola (circa 1.500 persone). Ma 450 usticesi decisero di restare per non abbandonare animali e beni, e soprattutto per sottrarsi al futuro di certa miseria a cui andava incontro la maggior parte di quanti lasciavano l’isola privi di appoggi, di mezzi di sussistenza e di salde reti di relazioni a Palermo. In effetti, le condizioni degli sfollati nel capoluogo siciliano furono penose, nonostante i casi segnalati di solidarietà e la beneficenza ufficiale, tale da spingerli al controesodo nei primi giorni di aprile, quando la sequenza sismica declinò. Nell'Italia che non si era ancora attrezzata per le emergenze, che solo nel giugno dello stesso anno, in seguito del terremoto in Calabria, avrebbe promulgato un decreto legge regolante primi soccorsi per la ricostruzione, balza in tutta la sua evidenza il carattere esemplare del caso usticese, dove prevalse l’interesse della prevenzione e della tutela delle vite dei cittadini, decisa dal prefetto Francesco De Seta, contro il parere della stessa, pur non unanime, comunità scientifica, mentre disvela tutta l'insufficienza della risposta statale alle emergenze di questo genere, che l’inattesa visita dei sovrani sull’isola non riuscì a mascherare.


Giuseppe Ciacino, usticese di origine e cultore di storia postale, invece propone Una storia di posta nel Tirreno, Isola di Ustica 1861-2011.
Immaginatevi Ustica prima dei cellulari, del telefono fisso, della radio e del telegrafo, quando le comunicazioni tra gli abitanti e il resto del mondo erano affidate soltanto a una Regia Corriera consistente in uno sciabecco. Sospinta dal vento raccolto da tre vele, l'imbarcazione caricava, ogni
due settimane, la posta in partenza da Ustica e la portava a Palermo; e viceversa.
Se tutto andava bene, per mandare una lettera e ricevere una risposta, ammesso che il destinatario fosse sollecito, passava qualche mese. Comincia così, con i messaggi in balia di una lentissima navigazione, questa storia di posta nel Tirreno la cui protagonista è Ustica, un’isola colonizzata e abitata stabilmente soltanto da due secoli e mezzo, anche se ricca di insediamenti preistorici e storici. La storia di posta nel Tirreno, ideata e realizzata da Giacino, si dipana su un duplice itinerario: l’evoluzione del servizio postale sotto ilprofilo tecnico-organizzativo e quella dei collegamenti con l’isola. Per ricostruire entrambi i percorsi, l’autore parte da quei dettagli di una missiva che, il più delle volte, vengono distrutti o cestinati con la busta che contiene il messaggio, ovvero agli annulli postali.
Portalettere, 1918
Alle volte timbri essenziali,con scarne stampigliature da cui è possibile ricavare una data altre volte icone che contengono, oltre alle informazioni sugli uffici postali di provenienza e di arrivo della corrispondenza, disegni stilizzati, informazioni di servizio, celebrazioni di ricorrenze importanti o addirittura messaggi pubblicitari.
Attraverso la raccolta e lo studio di questi reperti postali Giuseppe Giacino ricostruisce la storia postale di Ustica, dalla fondazione della Universitas, nel 1761 (250 anni prima della data di pubblicazione di questo volume), ad oggi, passando per la data, anche questa a cifra tonda, della costituzione del primo Regio Ufficio Postale dell'isola, nel 1861 (150 anni fa).