Tutti promossi al corso di cucina

Antonio Bonamini con alcuni “allievi cuochi”
Te lo cucino io il pesce”, il corso di cucina – tenuto in due tornate dall’excutive chef  Antonio Bonamini – che abbiamo organizzato in libreria si è da poco concluso con la piena soddisfazione degli “allievi cuochi”. Forti di questo successo e anche per soddisfare le tante richieste, ne abbiamo in preparazione un altro per il prossimo mese di gennaio.
Intanto gli aspiranti cuochi per verificare quanto hanno imparato oltre che per esprimere la loro capacità creativa hanno organizzato una cena “sociale”; ognuno di loro, forte dell’attestato che hanno ricevuto e che mostrano nells fotografia a lato, si esibirà con un piatto di sua creazione. 


Noi dello staff siamo stati invitati a partecipare anche per esprimere ovviamente il nostro giudizio, che sarà severissimo…
Dalla teoria alla pratica, il modo migliore per mettere in tavola le ricette proposte e elaborate dallo Chef raccolte anche in pratiche dispense. Dai gustosi sushi alla paella valençiana, dalla ricciola in crosta di pistacchi accompagnata da una caponatina di verdure, alla delicatissima vellutate di ceci abbinata ai tortelli di baccalà. Senza dimenticare gli antipasti a base di finger food, di salmone marinato, di carpaccio di orata e gli immancabili sushi machi di tonno. 

Spaghetti saltati nel wok Le Creuset
Alla base della riuscita dei piatti proposti da Bonamini sicuramente c’è la scelta accurata degli ingredienti, tutti di prima qualità, come per esempio il Carnaroli usato per la paella, ovvero il rinomato Acquerello coltivato nel vercellese. Si tratta di un riso unico al mondo, il suo punto di forza è l’invecchiamento di almeno un anno che esalta le caratteristiche dell’amido. Viene poi raffinato, reintegrato con un metodo esclusivo con la sua gemma e per una conservazione perfetta viene confezionato sottovuoto in una caratteristica lattina.
Della freschezza del pesce ne abbiamo già parlato nel precedente post dedicato alla pescheria “Meglio Fresco” e al suo vulcanico “animatore” oltre che proprietario Arturo Scarci.  Se non ci avesse fornito, come sponsor, il pesce crudo preventivamente trattato con l’abbattimento (surgelazione rapida a meno 20 gradi), unico sistema per neutralizzare il pericoloso anisakis, non avremmo potuto gustare i deliziosi carpaccio di orata e la tartare di sauro.
Cocotte Le Creuset
 Un particolare, ma non di meno conto, sono stati gli strumenti che Antonio ha usato per cucinare i suoi piatti, ovvero le famose pentole francesi Le Creuset, prima fra tutte la cocotte, esclusivamente realizzate in ghisa smaltata, un materiale incredibile, perfettamente compatibile con tutti i tipi di fornelli (compresi quelli ad induzione utilizzati nell’angolo cottura organizzato in libreria). 
Bonamini e paella
L’eccellente distribuzione del calore permette di conservare tutte le qualità nutrizionali degli alimenti e ottimizza il risultato dei sapori e degli aromi e la qualità di ritenzione e diffusione del calore fa conservare gli alimenti al caldo e anche di risparmiare il gas. Ogni pezzo di ghisa è lavorato a mano a partire da uno stampo di sabbia, perciò è unico. La ghisa liquida viene versata negli stampi da un grande calderone chiamato “Creuset”, che ha dato il nome all’azienda, quindi smaltato con una tripla vetrificazione interna e temperato sul fuoco ad altissime temperature, in modo da creare una finitura duratura e dai colori vivaci. La finitura con smalto a base di vetro, che copre interamente ogni pezzo, compreso il bordo, è estremamente duratura ed igienica, ma soprattutto offre la più ampia versatilità d’uso per la conservazione e la preparazione del cibo (compresa la marinatura degli ingredienti) e la cottura, ma soprattutto mantiene l’assoluta integrità dei cibi perché evita la migrazione di sostanze non salubri dalla casseruola alla pietanza.
Ricciola in crosta di pistacchi e caponatina

Infine Le Creuset Italia assegnerà una borsa di studio allo studente che si distingue nel master in “scienze gastronomiche e patologie alimentari” organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Sperimentale, Facoltà di Medicina Sperimentale, dell’Università La Sapienza si Roma.