Il modello digitale delle terme di Baia (vedi a fine pagina) |
l’archeologo, e a partire dal 1984 intraprese, insieme a un gruppo di ricercatori del Centro Campano di Archeologia Subacquea i rilievi sulle grandiose architetture superstiti rivelando tutti i segreti del patrimonio archeologico sommerso dei Campi Flegrei, affrontando da perfetto autodidatta senza nessuna esperienza di grafica 3D, la modellazione, il rendering, l’animazione, l’auto Cad.
Nicolai Lombardo |
“Erano ormai numerosi anni che ci immergevamo in quella zona, conoscevano, per averlo accuratamente misurato e “posizionato”, ogni muretto, ogni pietra, ogni manufatto presente sul fondale.
Dalle misurazione manuale della lunghezze dei muri che emergevano dalla sabbia, della strada sommersa, dei gradini di accesso alle terme, la planimetria del frigidario, ai primi disegni a mano, dalla ricostruzione delle fasi di vita che si svolgevano in quel quartiere sommerso disegnate con colori diversi per distinguerle l’una dall’altra.” Centinaia di immersioni e tanta, tanta pazienza e meticolosità nel raccogliere dati anche i più insignificanti. Il rilievo delle terme era pressoché concluso, ma Lombardo era assillato dalla forma “misteriosa” del ninfeo emidecagonale triabsidato, e continua: “Ne schizzavo la pianta ovunque e in qualsiasi occasione, cercando di immaginare come potesse essere stata la sua volumetria originaria. I miei appunti universitari di quel periodo mostrano una serie infinita di piccoli schizzi di questo enigmatico edificio, finché un giorno ne disegnai due di grandezza pressappoco uguale distanziate, una sull’altra, di pochi centimetri.
Il Frigidario |
A sinistra: dopo il modello digitale ricavato dal rilievo diretto, ecco la ricostruzione dell’articolata volumetria del frigidarium con pavimenti e pareti decorati sfarzosamente.
La tecnica era a dir poco naif ma mi dava una soddisfazione immensa; a quelle primitive assonometrie sottraevo poi l’ingombro degli ingressi marcati dagli spazi vuoti della planimetria, ottenendo in tal modo una generica volumetria.
La fase successiva mi vide impegnato in una serie di tentativi di tipo “pittorico”: sulla base della volumetria e di uno spiccato “senso dello spazio fisico” iniziai a disegnare vedute ricostruttive del frigidario. Ripassavo poi questi disegni a china con pennini di vario spessore ed infine li coloravo o vi appiccicavo sopra costosissimi retini colorati ottenendo (dopo giorni e giorni di misura-taglia-incolla) una sorta di moderne gauches. Il risultato mi rendeva euforico. I miei genitori ed i miei amici adesso riuscivano a “vedere” quello che io intuivo già da anni. Finalmente potevo mostrare al mondo quello che avevamo scoperto sei metri sotto il mare di Baia.”
Foto: Eduardo Scognamiglio |
Rilievo del frigidarium |
Parallelamente aumentavano anche i quesiti di tipo architettonico: dov’erano posizionate le finestre in ogni singolo ambiente? Che tipo di copertura prevedevano questi vani ora enormi ed articolatissimi, ora angusti e quasi nascosti? Un paziente lavoro di confronto con altri edifici imperiali mi fornì le risposte che cercavo. Da considerare che internet non esisteva ed ogni quesito, ogni dubbio poteva essere sciolto solo alzandosi di buon mattino e dirigendosi a Napoli o a Roma. Centinaia furono le visite alle biblioteche universitarie o in soprintendenza dove trascorsa l’intera giornata, a volte, capitava di poter tornare a casa con qualche confronto calzante o con qualche idea risolutiva di un problema squisitamente costruttivo.
Giunsi, alla fine di questo lungo percorso, ad una ricostruzione delle terme sommerse a Baia. Avevo creato la volumetria completa di questo quartiere e lo visualizzavo in wireframe su fondo nero. Riuscivo a dare la sensazione dello spessore delle pareti e dei vuoti delle porte e delle finestre, attivando un comando (per me il più bello in assoluto) in grado di riconoscere e nascondere quelle linee che fisicamente si trovavano dietro a quelle che delimitavano le pareti in primo piano. Potevo ritenermi soddisfatto, erano trascorsi molti anni dall’acquisto di quel rotolo di lucido e quelle due scatole di pastelli; adesso disponevo un corposo archivio di disegni in 2D e 3D con slides che fissavano le viste prospettiche che ritenevo più efficaci per la comprensione delle volumetrie e tutti, Pompeo compreso, si complimentavano per i risultati che ero stato in grado di raggiungere.
Ma in quel periodo ero assillato da un altro pensiero: creare il movimento.
Foto: Eduardo Scognamiglio |
“…Da quel momento iniziò un periodo lungo e faticosissimo perché accanto alla necessaria acquisizione degli innumerevoli strumenti che il software mi forniva, maturava anche la consapevolezza che i miei disegni non erano affatto privi di errori per correggere i quali era indispensabile dedicare molto tempo ad una accurata documentazione storica, architettonica ed archeologica. Col tempo di pari passo è migliorata la resa visiva (grazie alle soluzioni offerte dal programma informatico) e la verosimiglianza dei miei modelli digitali con edifici ormai scomparsi per sempre (in virtù di un più accurato studio di confronto con antichi edifici noti).
Nel 2009 questo percorso lunghissimo ha visto la sua conclusione: una pubblicazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Dipartimento Patrimonio Culturale, espone i risultati scientifici di questa pluriennale ricerca e corona il sogno di una vita.
Adesso si apre una nuova fase: presentare al vasto pubblico degli appassionati l’originario splendore di questi antichi edifici sommersi nel mare di Baia.”
Nicolai Lombardo.
Le foto subacquee sono state scattate e sono di proprietà di Eduardo Scognamiglio, amico carissimo di Nicolai con il quale ha condiviso la straordinaria avventura, umana e scientifica, della scoperta e studio di Baia sommersa. “Eduardo — ricorda con commozione l’Autore — il 21 agosto del 2010 è andato via per sempre ma il suo lavoro, preziosissimo ed irripetibile, resta così come deve restare il suo nome.”
Il percorso e l’articolata forma architettonica del quartiere termale: 1) strada sommersa, 2) corte di accesso al ninfeo, 3) cortile del ninfeo, 4) ninfeo emidecagonaale absidato, 5) ambiente pentagonale, 6) ambulacro di accesso alle terme, 7) cortile-palestra, 8) disimpegno, 9) spogliatoio, 10) calidarium, 11) tepidarium, 12) latrine, 13) frigidarium, 14) piscina, 15) ambiente pentagonale, 16) disimpegno