“Nel nome del Tonno” è approdata al Big Blu di Roma

Favignana, 1981 Foto M. Bizziccari
Tra il tonno da quattrocentosettantuno chili che Gioacchino e Clemente – mitici tonnaroti favignanesi – issano a bordo del vascello che delimita lo spazio dove si svolgeva la mattanza nelle acque di Favignana  e quello da cinquanta chili che il pescatore sportivo Mauro Benozzo lo scorso anno in Adriatico ha issato a bordo della sua barca, dopo un’estenuante traina, sono passati trent’anni. La differenza, però, non è soltanto nel tempo trascorso
tra le due catture e tra le taglie – tonni di quelle dimensioni non se ne vedono più – ma è nello “spaghetto tag” che Mauro ha trovato infisso sul dorso della sua “preda”, ovvero di uno tra i più semplici marcatori che i biologi utilizzano per seguire e studiare le migrazioni del tonno rosso, la struttura degli stock, la crescita, la dimensione della popolazione, la mortalità, il comportamento e la fisiologia e infine per studiare gli effetti dei diversi sistema di pesca.
Spaghetti tags
Per la marcatura dei tonni, oltre ai  conventional tags (lo spaghetto) si usano quelli elettronici, archival tags che archiviano informazioni e che si applicano sottopelle, e i pop up tags che le informazioni le trasmettono via satellite  e si applicano esternamente.
Archival tags
Perché l’uso dei marcatori, il tagging,  abbia successo è fondamentale la collaborazione con i pescatori sportivi e gli operatori industriali: quando viene catturato un tonno marcato, il tag deve essere conservato e segnalato ai ricercatori, ovvero all’istituto di ricerca che lo ha utilizzato, seguendo le indicazioni scritte sul tag, che per la maggior parte sono quelli usati dai ricercatori dell’ICCAT  (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas).
Pop up tags
Così è successo che Mauro visitando al Fishing Show di Bologna la mostra “Nel nome del tonno”,  ha mostrato ai curatori della mostra, Eleonora de Sabata e Stefano Navarrini il tag che aveva scrupolosamente conservato. Attraverso il numero di serie e dell’indirizzo dello “spaghetto” è stato contattato con un efficiente lavoro di ricerca nel Web il biologo autore della ricerca, che ha ricostruito la storia di quel tonno giramondo: tre anni prima era stato taggato nelle acque di Cipro era lungo un metro e trenta e pesava non più di trenta chili!
“Per me questo racchiude il successo della mostra – ha dichiarato Eleonora –: la sensibilizzazione dei pescatori, l'importanza della collaborazione pescatori/scienza e personalmente la gran soddisfazione di aver contribuito con  un piccolissimo tassello alla conoscenza di questo animale!” Eleonora da più di vent’anni si interessa di qualsiasi animale che vive in mare, “il tonno – afferma – è un argomento che ho sempre seguito, in particolare mi affascinano le sue migrazioni, il suo spostarsi da un mare all’altro con una facilità estrema, come se considerasse il Mediterraneo un laghetto, che poi è il tema principale della mostra”. “Il viaggiatore degli oceani”, è il sottotitolo della mostra, che è approdata ieri al Big Blu della Fiera di Roma, ci racconta dei grandi tonni che ogni anno sfilano lungo le nostre coste, che compaiono a primavera e svaniscono in autunno, ci spiega da dove vengono e dove vanno, quali sono le rotte delle sue lunghe migrazioni fra il Mediterraneo e l'Atlantico e le problematiche legate alla pesca di una risorsa in grave sofferenza.


 Con filmati e una decina di pannelli illustrativi la mostra segue il tonno nelle sue peregrinazioni nell’oceano e le coste mediterranee, dove torna ogni anno per riprodursi, con il preciso intento di sensibilizzare i pescatori sportivi e ricreativi a una pesca responsabile, parlando loro per esempio del concetto di taglia minima e dei problemi legati al tagging, di una specie oggetto di una pesca industriale intensiva, spesso illegale, che ne ha decimato le popolazioni.

Nel nome del tonno dopo la tappa romana, proseguirà in estate in giro per le marine più sensibili alle attività di pesca responsabile, per concludere il suo viaggio a novembre al salone di Genova. Il patrocinio è del MIPAF (Ministero Politiche Agricole e Forestali), delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera, e dell’IGFA (International Game Fish Association), mentre si è potuta realizzare oltre che con la collaborazione del mensile Pesca in Mare diretto da Stefano Navarrini, grazie agli sponsor Catch&Release, produttrice di sofisticati occhiali da pesca, e Boston Whaler, uno dei più famosi cantieri a livello mondiale della nautica da pesca.
Eleonora de Sabata, quarantaquattro anni, che si definisce tuttologa, oltre che giornalista, fotografa e subacquea è anche scrittrice, famosi i suoi libri per ragazzi ripubblicati più volte Cosa fanno gli squali tutto il giorno nel mare?  e  Cosa fanno i pesci tutto il giorno sott'acqua?

Eleonora de Sabata
Senza dimenticare che è anche presidente di Medsharks l’associazione ambientalista per la protezione degli squali. Altro che tutttologa