Ciao “Buby”, il ricordo di un Mito


Alessandro Olschki
Ciao Buby,
quando l'altro ieri Maxime, compagna di Paolo Notarbartolo di Sciara, mi ha comunicato la morte del grande editore, subacqueo, e uomo di mare, Alessandro Olschki ho subito pensato “un’altro pioniere del Sesto Continente se n’è andato, ora siamo ancora più soli”. Alessandro, Buby, come lo chiamavano gli amici intimi, è stato per me oltre che un grande esempio, anche un collaboratore della mia libreria. Non posso dimenticare gli articoli che scrisse per il mensile Il Mare che ho pubblicato fino al 2000. Non c’è stata manifestazione che non abbia visto la partecipazione di Alessandro Olshki, sia come subacqueo che come editore. Non ha fatto mai mancare la sua partecipazione, i suoi incoraggiamenti e il suo apprezzamento per tutto ciò che la Libreria Internazionale Il Mare, nei suoi 35 anni di storia, ha realizzato. L’ultima sua partecipazione, con l’invio di volumi pubblicati dalla sua casa editrice sull’archeologia subacquea, è stata nella mostra Archeosub di Roma.
Alessandro Olschki, da Pescare Apnea ottobre 2010
Avevo conosciuto Buby, nel 1980 in occasione della Rassegna di Ustica, me lo presentò Lucio Messina ideatore dei Tridenti D’Oro, ma in realtà lo conoscevo già per la sua fama, sia per i suoi scritti sulla Rivista “Mondo Sommerso” che leggevo fino dal primo numero nel 1959, per il suo libro Caccia Sub che aveva scritto nel 1962 e per tutta l’attività e le pubblicazioni che dal 1966 elaborava, scriveva e pubblicava per il Gruppo Ricerche Scientifiche e Tecniche Subacquee Fiorentino (GRSTFS), insieme al suo grande amico Paolo Notarbartolo di Sciara e altri noti subacquei. 
Per comprendere il “personaggio” vale la pena leggere queste poche righe che prendo a pagina 131 di Caccia Subacquea : “…È veramente avvilente constatare quanto poco conosciamo della vita dei pesci: se chiedete a degli ittiologi quale sia l’accrescimento medio di una cernia, ne avrete le risposte più disparate e di solito prive di fondamento dato che si basano su pesci costretti in acquario; come studiare la vita di un leone in una gabbia del giardino zoologico…”
L’incontro a Ustica è stato per me un evento: avevo conosciuto di persona un mito. Un mito per la sua attività subacquea e un mito per il suo mestiere di editore di una delle più antiche, importanti e prestigiose case editrici nata in Italia 125 anni or sono. Il massimo per me, allora giovanissima amante del mare e dei libri, tanto da aver dedicato la mia vita ad una libreria specializzata in mare.
Era un uomo “moderno” nonostante la sua età.
Ricordo ancora quando negli anni ’80 all’apparizione del fax, mi spronava ad introdurlo con sollecitudine in libreria, così come anche il computer, che ha usato fino ai suoi ultimi giorni di vita per inviare mail e collaborare con l’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee di Ustica, malgrado le critiche feroci che gli rivolgeva l’ultimo presidente. C’è sempre stato un feeling tra me e Buby, un feeling dato dagli stessi interessi e anche dalla stessa visione del mondo nonché all’alto valore dato all’amicizia. Conservo ancora la lettera e la proposta che inviò nel 1997 a molti subacquei in occasione della morte di un altro grande maestro dell’attività subacquea: Piero Solaini, suo grande amico. Non essere riuscito a pubblicare un volume sul suo amico Piero, perché pochi risposero al suo appello, è stato un suo grande cruccio.
Il logo della casa editrice
Un altro ricordo di Buby, indelebile nella mia memoria, risale al 1989, quando a Firenze organizzò una tavola rotonda dal titolo “I parchi marini, realizzazione e gestione”. Resta a testimonianza di questo amore per l’istituzione delle aree marine  protette, il volume con lo stesso titolo, da lui pubblicato nello stesso anno.
Nell’ottobre del 2010 inviò una mail a tutti i suoi amici spronandoli ad acquistare il numero della rivista Pescare Apnea dove appariva una sua intervista che lui apprezzava molto. Naturalmente conservo e conserverò gelosamente questa rivista in suo ricordo dove lui afferma:Ho fatto tutto ciò che si può desiderare di fare in una vita, moltiplicandola per due, ciascuna con pari intensità e dedizione.”
Spero che Paolo Notarbartolo, che lo ha seguito nei suoi ultimi momenti di malattia, come gli ripetevo quasi ogni giorno, lo abbia salutato per me con un “ciao Buby” perché Alessandro Olschki rimarrà sempre nel mio cuore.
Giulia D’Angelo