Dove i cristiani realizzano
l'ampiezza della vittoria,
ma anche la gravità delle perdite,
e tornano a casa litigando
per la spartizione del bottino
l'ampiezza della vittoria,
ma anche la gravità delle perdite,
e tornano a casa litigando
per la spartizione del bottino
Barbero, studioso di prestigio e professore di Storia Medievale, in chiusura del libro annota:
Fin dal primo momento i comandanti cristiani si resero conto d'aver ottenuto una vittoria senza precedenti. Non c’era quasi galera che non ne rimorchiasse una nemica, e quelle scampate erano molto poche, anche se sui numeri non c’era alcun accordo, né c'è mai più stato da allora. Il 9 ottobre il Caetani scrive che “le galere prese sono da centocinquanta, e da quaranta affondate ed abbrugiate. Tutti li corsari ed uomini famosi sono morti”. Alessandro Barbero |
In una breve recensione scritta da Roberto Saviano all’uscita del libro, così invita alla sua lettura:
«Ho sul comodino Lepanto, un libro di Alessandro Barbero, edito da Laterza. L'ho scelto perché questa battaglia è sempre stata lì, rimbalzava nelle pagine dei libri di scuola, nei racconti, mai fin in fondo approfondita eppure storia epica. Quando ho visto questo libro mi sono accorto che finalmente era giunta l'occasione di approfondire. Davvero questo è un romanzo potente. Uso la parola romanzo perché non per forza un romanzo è d’invenzione. In questo caso sono tutta una serie di fatti assolutamente reali, disciplinati, raccontati come un storico sa prescegliere i fatti ed è la grande guerra tra Occidente e Oriente, quando Papa Pio V vuole realizzare il suo sogno, cioè l'unione di tutte le potenze cristiane, e affrontare in mare i turchi. La forza cristiana e quella ottomana che si vogliono scontrare hanno come sfondo Cipro, inquisitore che nel libro assume un profilo da personaggio romanzesco. Questo libro – conclude Saviano – lo consiglio a coloro che hanno avuto sempre una certa diffidenza nei confronti dei saggi, perché si accorgeranno che si sono persi forse tra le cose migliori mai scritte.»