Uno dei rostri arrivato a Gaeta |
Saranno gli “ospiti d’onore” del convegno sull’Archeologia Subacquea – previsto per il 25 aprile – a cura del Comando generale della Scuola Nautica della Guardia di Finanza, con la collaborazione della Libreria Internazionale il Mare. Con il convegno si intende sottolineare l’importante ruolo svolto dalla Guardia di Finanza che, con i suoi uomini e i suoi mezzi a mare, affianca le ricerche oltre a salvaguardare, insieme alle unità della Marina, il nostro patrimonio subacqueo.
Rostro punico prima del recupero |
I rostri a tre fendenti taglienti e contundenti che si allungavano a prua sul pelo dell’acqua erano l’arma letale delle navi da battaglia dell’epoca furono i “veri protagonisti della Battaglia delle Egadi”. Le triremi, lanciate a velocità sulle navi nemiche, determinavano con il colpo del rostro squarci letali nelle navi nemiche o ne annullavano la forza distruggendo le file di remi e le relative fiancate.
Dei due in mostra – quello recuperato il 6 settembre 2010 – è di matrice cartaginese perché reca l’iscrizione a caratteri punici di invocazione propiziatoria alla battaglia “possa quest’arma distruggere la nave del nemico”. Il secondo, romano, ha incisa in latino la “probatio” che ne indica la provenienza.
L’elmo chiamato montefortino dal nome di una necropoli vicino ad Ancona, di provenienza celtica, veniva utilizzato dai romani fino al I secolo a. C. Aveva un coppo allungato, che garantiva maggiore resistenza ai colpi dall'alto. Nella parte più alta dell'elmo si inserivano delle piume, con lo scopo, come ci racconta lo stesso Polibio di far sembrare più alti i soldati all’occhio del nemico.
L’operazione si è compiuta grazie alla disponibilità della Soprintendenza del Mare di Palermo, in piena sinergia con Sergio Gelardi il Dirigente generale del Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana che ha autorizzato il prestito, così gli uomini della Guardia di Finanza hanno effettuato il trasporto dei due rostri e dell’elmo montefortino salpando da Palermo il 15 aprile. Anche la Soprintendenza Beni Archeologici del Lazio collabora mettendo in mostra due statue di divinità greche provenienti da Minturno, e un elmo romano dal Museo Archeologico di Sperlonga. Infine un collezionista privato una serie di monete romane con raffigurazioni di triremi armate di rostri.
Elmo momtefortino |
Al convegno, condotto dalla giornalista e scrittrice Giulia D’Angelo, partecipano Massimo Rossi, Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico Guardia di Finanza; l’esperto di storia navale dell’antica Roma Ammiraglio Domenico Carro; il Direttore della Soprintendenza del Mare, Regione Sicilia Sebastiano Tusa; la responsabile del Nucleo Operativo Archeologia Subacquea, della Soprintendenza Beni Archeologici del Lazio Annalisa Zarattini; il docente di archeologia subacquea Claudio Mocchegiani Carpano; il restauratore e direttore della Società Legni e Segni della Memoria Giovanni Gallo. È stato anche coinvolto lo scrittore e regista Folco Quilici con la proiezione di alcuni suoi filmati sull’archeologia subacquea.
Nave Scuola GdF Giorgio Cini |