CLAUDIO MOCCHEGIANI CARPANO, decano dell'Archeologia Subacquea, per un corso eccezionale

Lunedì 8 novembre alle ore 19,00 inizia il corso “Introduzione all’archeologia subacquea - mari, laghi e fiumi d’Italia” tenuto  dal Prof. Claudio Mocchegiani Carpano, docente di archeologia subacquea presso UNISOB di Napoli e ispettore onorario per l’archeologia subacquea in Italia.
Il corso e’ organizzato dalla Libreria Internazionale Il Mare in collaborazione con il Centro di Coordinamento delle Prospezioni Archeologiche Subacquee, l’Universita’ degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli Facolta’ di lettere, il Museo del Mare e della Navigazione Antica di Pyrgi.
Otto lezioni di un’ora ciascuna presso Il Mare Libreria Internazionale in Via di Ripetta 239 Roma
Per informazioni sui costi e prenotazioni tel. 063612091 - 063612155
mail: ilmare@ilmare.com



La storia di Claudio Mocchegiani Carpano, “decano” dell'Archeologia Subacquea  nasce negli anni '60 a Roma quando da giovane assistente archeologo inizia a studiare e a leggere gli strati geologici che formano il Palatino trasformato in una gruviera e dove nasce la necessità di esplorare dei pozzi allagati profondi di 40 metri. In quegli anni ancora non si parlava di archeologia subacquea come di una vera e propria disciplina. Era assente una metodologia di ricerca che coinvolgesse altre scienze quali la geologia, l'antropologia, ecc e il contributo che altre scienze hanno dato negli ultimi anni è stato fondamentale per l'archeologia non soltanto quella subacquea.
C'era molto entusiasmo soprattutto tra tutti quei sub, professionisti e no, che però quando si imbattevano in un sito sommerso non sapevano cosa e come fare, oppure se intervenivano causavano danni irreparabili.
Soltanto nel 1986, su proposta di Claudio, fu creato dal Ministero dei Beni Culturali lo STAS, ovvero il Servizio Tecnico di Archeologia Subacquea, che lui stesso ha diretto fino al suo pensionamento. Lo STAS è una struttura operativa di tecnici e archeologi che lavora per e con le Soprintendenze in collaborazione con i servizi a mare dei carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili del fuoco, capitanerie di porto e  con la Marina Militare che ha permesso un “utilizzo” archeologico dei cacciamine dotati di sofisticati mezzi di ricerca sottomarina.
Ha messo la sua firma, insieme al collega Luigi Fozzati, anche in Archeomar, un progetto, ancora in corso, finalizzato a inventariare tutti i siti archeologici sommersi nel mari, nei laghi e nei fiumi.
Ma nella sua lunga carriera, la ricerca che più gli sta nel cuore è quella nel 1974 quando esplorando i collettori allagati negli ipogei del Colosseo (che soltanto oggi sono visitabili) scava un collettore ostruito dalla antica “spazzatura” prodotta degli spettatori. Trovò di tutto dagli ossi di animali feroci ai noccioli di pesca e altri residui vegetali. Inizia così una ricerca interdisciplinare che ancora non era diffusa. Attraverso la “spazzatura” del monumento si è riusciti a documentare realmente la vita e le attività nell'Anfiteatro Flavio che fino a quel momento si conoscevano soltanto attraverso le informazioni degli autori antichi.